E nonostante le previsioni ( e le speranze di mia madre di mettere su famiglia con figli) sono tonato a Bologna dal mio mini-tour in solitaria per Barcelona.
Visto che praticamente tutti tranne me sono già stati a Barcelona non sto a fare inutili elenchi di monumenti e cose così che rishcio di annoiarvi.
Vi annoierò parlando di altro 😀
Intanto il volo di andata era venerdì sera a Forlì. Il che in teoria avrebbe comportato di prendere un treno e scroccare un passaggio al più figo della città .
Ovviamente già la prima parte del piano è saltata causa ritardi di tutti i treni.
E ho optato per un bus che mi ha portato fino all’aeroporto di Forlì.
Il viaggio (durato 1h10m, come del resto ogni spostamento da una città all’altra) era ovviamente intervallato da bambini urlanti, molti dei quali per fortuna sono poi andati a Londra.
Insomma arrivo a Girona e lì ho passato una mezz’ora a far capire a delle persone che gli autobus non sono taxi, quindi se volevano andare in una determinata piazza Bacelonese diversa da quella di arrivo del bus Girona-Barcelona, allora avrebbero dovuto farsela a piedi o con la metro.
Insomma dopo l’ennesima ora e 10 minuti di tragitto arrivo a Barcelona e recupero il pass per la metro e mi fiondo verso il b&b.
poi visto il caldo e la mancanza di sonno giro un po’ nei dintorni senza una meta precisa 🙂
In effetti gente in giro ce n’era pochina ma era anche relativamente presto rispetto alle abitudini del posto, quindi decido di rimandare i festeggiamenti alla sera dopo e provo a dormire decentemente almeno la prima notte.
Giorno dopo decido che voglio fare qualcosa di tipicamente catalano già da subito: giro alla fnac e colazione da Starbucks.
E così, mentre sorseggio su un divano il mio americano grande con latte di soia e spruzzata di vaniglia e spizzico il mio blueberry muffin, mi rendo conto che la signora marchigiana accanto a me non tollera il gusto del caffè di starbucks e continua a lamentarsi che è una sbobba.
Da quel momento decido che per qualche giorno posso fare a meno di parlare italiano per evitare di essere visto dagli autoctoni come io vedevo quella signora (a sprangate sulle gengive).
Il mio primo giro turistico a Barcelona inizia con una passeggiata sulla Rambla.
E ovviamente noto subito una serie di cose:
– Alcuni artisti di strada son davvero bravi e risaltano nella banalità di molti altri.
– Barcelona è piena di Sudamericani.
– Ci sono dei baracchini che vendono biglietti per il gratta e vinci praticamente ad ogni angolo
Passeggiando verso il porto noto una struttura particolare, che scopro essere un’ex convento adibito a centro d’arte: il CASM. lì ho visto un’installazione di due studenti dell’accademia di belle arti molto interessante, LA CONFIRMACIà“N.
Sono poi arrivato al Porto e mi sono assestato per un po’ prima di proseguire con un giro al Raval e poi al Parco della Ciutadella.
Lì ho avuto la conferma a quanto avevo solo intuito fino a poco prima: Barcelona è piena di Lesbiche. Ma proprio tante! Troppe!
Tra un giro e l’altro torno nel tardo pomeriggio al b&b e mi preparo per una serata girando senza meta all’Eixample, dove i barcelonesi bevono birra e i turisti si lasciano fregare con i miscelati e i cocktail che sono fatti male e costosi.
Realizzo anche un’altra cosa che avevo ignorato fino a quel momento: a Barcelona è permesso fumare nei locali. E io che ero sotto antibiotici per problemi respiratori ho fatto i salti di gioia.
Decido che viste le premesse era meglio evitare di inoltrarsi in discoteche nonostante pass omaggio che ti tirano dietro in ogni dove.
La domenica è dedicata al Barri Gòtic, che si apre con una Gigantografia di Amanda Lear proprio accanto a Dalì. Davvero molto bello da visitare, sapevatelo. Ma tanto lo sapevate già tutti, che ve lo dico a fare.
continuando a girare senza meta entro in uno dei mille negozietti dove fanno succhi di frutta. E lì incontro BlaBla (cit) che mi dice di essere danese e che Barcelona è la città in cui morirà .
In tutto questo realizzo che la città è piena di locali per vegetariani.
Lesbiche e ristoranti vegetariani. Secondo me la cosa è collegata
La sera l’ho trascorsa tra la Rambla e il porto dove sono anche adescato da una prostituta in mezzo alla rambla. Una donna brasiliana. BIOLOGICAMENTE donna!
Dialogo tra Faccia-da-culo-falcon e prostituta:
Lei: Vuoi compagnia?
Io: se hai un gemello che mi tiene compagnia gratis volentieri
Lei: Ma in questa città siete tutti gay
Io: Guarda, in Italia non ti conviene andare perché il governo non vi capisce e quindi vi elimina, i protettori vi capiscono fin troppo e vi sfruttano, e i clienti difficilmente sono dei gentlemen. ma tu fai questo lavoro per scelta o sei costretta?
Lei: Avrei da protestare su come ci trattano anche qui, però non trovo un altro lavoro con orari flessibili e in cui mi pagano così tanto. Ci sono delle colleghe che vengono sfruttate ma siamo in tante a farlo liberamente.
Quella sera noto anche che venditori ambulanti di birra e giocatori d’azzardo sono comunissimi nella Rambla.
Dedico il lunedì invece alla Sagrada Familia al mattino e a Parc Guell (e a scalare la montagna per arrivarci) nel pomeriggio. Davvero notevoli sia il parco che il museo.
La sera invece mi avventuro alla ricerca di oggettistica varia e mi imbatto in un negozio di dvd gay/cruising molto carino: il Boyberry. Particolare di questo negozio: il sottoscritto si è connesso a Internet senza rischiare di farsi venire un tumore o la bronchite.
Pensavo io.
Martedì mi alzo che sono completamente un catorcio e fuori c’era il diluvio e 10 gradi in meno. Insomma L’idea i dedicare l’ultimo giorno ai musei salta miserabilmente e invece lo passo a nullafacentare in zona e nel b&b.
Solo che lì lavoravano con trapani e armamentario vario e non era proprio il top per il mio mal di testa.
Così con molta calma vado a pranzare in un lesbo-egetariano e trascorro il pomeriggio in giro per negozi di dvd.
In serata approfitto dell’invito del proprietario e torno al boyberry a scroccare l’aperitivo che hanno preparato per l’anniversario per gli X anni di inaugurazione del posto.
Insomma passo la sera in uno dei pochi posti in cui non si può fumare a far chiacchiere con un tizio francese che convive con ragazzo siciliano e coinquilini da sei mesi a Barcelona, e parla un italiano migliore del mio. Ah sì lavora lì nel locale (quindi no, non me lo sono portato nel cruising, malpensanti) e conta di morire a Barcelona anche lui. Per me si portano sfiga.
Insomma concludo l’ultima serata con qualche bicchiere alcoolico, film e chiacchiere, tra una soffiata di naso e l’altra.
E mercoledì sveglia presto, sistemo la valigia, checkout, ultima colazione da starbucks e percorso inverso fino a Girona, dove questa volta ho preso un volo per Bologna
E ho trascorso il tempo a guardare il fighissimo steward biondo.
Quello stronzo che poi nn è neanche voluto venire a cena con me.
Insomma neanche il tempo di atterrare e già il primo rifiuto 😛
Però ho finito la collezione di Six Feet Under e ne sono uscito culturalmente arricchito grazie alle varie copie di OK! magazine che erano nel b&b.
Insomma adesso so molte cose in più su Kerry Katona