Nei miei primi 18 anni di vita ho avuto un rapporto molto limitato con la neve. Fino a quel momento l’unica volta che della neve è caduta sulla mia testa è stata una vigilia di capodanno, mentre ero a Francoforte con i miei.
La conseguenza più immediata è stato un volo cancellato e una notte allo Sheraton, spesata. Insomma poteva essere una prima volta molto peggiore.
Poi sono arrivato a Cesena, e lì ho scoperto che la neve può anche bloccare le comunicazioni telematiche col resto del mondo. E ho iniziato a diffidarne.
Quando mi sono trasferito a Bologna ho scoperto che la città dei portici ha anche le pavimentazioni di marmo. Che non è proprio l’idea più furba quando poi viene freddo e si scivola.
E che andare a lavoro è un incubo: le automobili sono inamovibili se non dopo ore di scavi e i mezzi pubblici sono pochi, lenti e strapieni di automobilisti pentiti.
Per fortuna esistono le ferie, e la neve diventa un’ottima scusa per uno staccare dalla routine e riviversi la città in maniera diversa, viversela e pedonalizzarla per un paio di giorni (altro che Tdays).
In realtà vivendo in una casa con l’ingresso che da sulla strada ho anche imparato che in casa mia manca una cosa fondamentale: un badile con cui liberarmi dal mezzo metro di neve con cui gli spazzini cercano di imprigionarmi dentro.
(Ringrazio Prima della pioggia per l’ospitalità e il muffin mentre scrivevo questo post) cheap Cipro