Quando ero un bambino, ero un pargoletto profondamente educato (Esattamente come adesso, a pensarci bene! No, non sono ammessi commenti su questa frase).
Sarà che vivevo in un clima casalingo abbastanza oppressivo e dovevo fare la mia parte per non esasperarlo, ma a parte la vivacità media con i genitori (tipo una volta che feci cadere il piano cottura a terra), sono sempre stato particolarmente educato con gli altri adulti.
Questa cosa determinò alcune conseguenze sulla mia crescita.
Anzitutto un mio vicino di casa il mio vicino di casa preferito tentava di corrompermi pagandomi per dire parolacce (che dicevo, come ogni buon bambino, ma non davanti a lui).
Ma soprattutto la gente non capiva mai cosa regalarmi, visto che io dicevo che mi piaceva tutto.
Riporto l’esempio più eclatante in tal senso.
Una mia zia La mia zia preferita un giorno mi regalò un bambolotto.
Io le dissi che era la cosa più bella che avessi mai ricevuto (ero educato e anche esagerato, esattamente come adesso, a pensarci bene!).
Da allora quella zia continuò a regalarmene altri per anni, sostenendo che ero io che la spingevo a farlo perché mi ci vedeva sempre giocare (visto che li sfoggiavo ogni volta che lei veniva in casa per farla contenta. D’altra parte è la mia zia preferita).
E altra gente ogni tanto la imitava solo per non indagare cos’è che davvero mi piacesse.
Che poi sia chiaro, non ricordo assolutamente cosa facessi con quelle bambole. Probabilmente le utilizzavo solo per giocare con una mia vicina di casa la mia vicina di casa preferita (la nipote di quello che mi corrompeva per le parolacce)
Di sicuro non ero uno di quei bimbi che le decapitava o le metteva in pose sessuali (che a sei anni neanche conoscevo).
Anzi, tendevo a catalizzare la mia potenza distruttrice contro cose non mie. (Vabbè è un’altra storia)
Questa tradizione è durata finché non sono cresciuto un po’ e ho fatto capire che magari era il caso di essere meno monotematici, prima di rischiare che mi regalassero un’intera casa per le bambole.
Anche perché la gente iniziava a chiedermi se considerassi normale che i bambini maschi giocassero con i bambolotti. E mi veniva complicato spiegare che in realtà tutto nacque per un malinteso.
E che in ogni caso non capivo perché le bimbe potessero giocare con Ken e io non con le bambole.
(Poi l’ho capito in seguito, grazie Zia Giovanna per quei regali!)
Comunque da lì a poco i miei mi avrebbero regalato una console per i videogame (il mitico NES), così chi avesse voluto donarmi qualcosa avrebbe optato per darmi soldi per comprare cartucce da gioco.
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