Dopo una intensa ma noiosa settimana lavorativa qual’è il modo migliore di cominciare il weekend? Ovviamente fare un salto in mezzo all’azione di un pronto soccorso.
E così Luca 13, il nostro tassista di fiducia, conduce me e il malato vero (il mio coinquilino, che per inciso ora sta molto meglio) alla rampa del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Orsola.
Ospedale da cui ne usciremo tre ore dopo in cui ho capito essenzialmente una cosa: se E.R. e Grey’s Anatomy sono solo in America è perché gli sceneggiatori italiani non troverebbero molte ispirazioni nei nostri ospedali.
Le cose essenzialmente degne di nota di queste tre ore sono state:
- Dottoressa che chiede a voce alta “che fine ha fatto l’accoltellato“
- Una ragazza che non ho visto, ma dalle urla e dalle imprecazioni che lanciava, immagino così:
o così:
- Una donna con un basco nero glitterato, una pelliccia maculata e una sciarpa rosa, che va in giro gettando cattivi auspici sui tempi di attsa delle persone in fila
- altra donna, credo la madre della 2, che ha rischiato il linciaggio popolare perché cominciava a parlare da sola a voce alta, lamentandosi della gente che usava il cellulare in pronto soccorso
decisamente noi ci meritiamo un medico in famiglia e la dottoressa giò