Amabili chiacchiere in treno (Ossia farsi odiare dalle vecchine)

Signora che sei in treno accanto a me e sfrangi le palle ai tuoi vicini di scompartimento:
Sono felice che tua nipote abbia trovato un lavoro in un call center dopo mesi di disoccupazione.
Sono meno felice che tu interropa la mia partita ad angry birds per parlarmene. Per 10 minuti di seguito.

Non perché io voglia essere cattivo, cara signora.
Però se mi dici che la disoccupazione di tua nipote è dovuta al fatto che si è licenziata da un lavoro come commessa in cui era previsto il turno al sabato una volta al mese per mille euro, che cosa vuoi che ti replichi?

Cara signora, capisci che sono pieno di amici che si fanno il culo tutti i giorni per guadagnare qualche Euro e che se li farebbero pure tutti i sabati in negozio in cambio di una paga!

Quindi, gentile e socievole vecchina, non te la prendere se faccio presente che al 90% tua nipote tornerà  a fare il parassita sociale entro 90 giorni.

E se mi replichi che lavorare per 3 mesi è meglio che battere ad Arcore sono d’accordo.

Però, cara signora, Ruby non ha ridefinito uno standard.

Se tua nipote pensa che nella propria vita le alternative siano fare il lavoro dei propri sogni (cioè la velina, ad occhio) oppure darla via, e tu le dai ragione piuttosto che prenderla a sberle a due a due finché non diventano dispari quando si è licenziata la prima volta, forse è il caso che ce l’accompagni tu stessa a farsi sbiancare i denti dalla Nicole Minetti.

Assieme a tutti queli famigliari delle ragazze intercettate, che adesso capisco molto di più!

E non guardarmi come se fossi un mostro, cara vecchina, perché l’amica con cui stavi parlando, prima di includermi nei fatti tuoi, mi sta dando pure ragione.

Da domani si cambia treno!

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